Massimino Giovetti - Guida Turistica

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 I reperti e i monumenti di rilevanza storica, nel Comune di Massimino, non sono molto numerosi. Si possono segnalare, di epoca arcaica, alcune cappelle-segnavia che la fantasia popolare ha trasformato in impronte lasciate dal diavolo, perenne presenza inquietante nella vita dei nostri antenati, attentatore malefico della tranquillità e della salvezza delle anime. Poi, con un salto di millenni, si arriva a vestigia ben più recenti. Oltre ai ruderi del castello e della cinta muraria, come si è già accennato, vi sono a Massimino, e precisamente al Brich dei Morti in località Langa, i resti parzialmente visibili di trincee scavate dai Piemontesi per contrastare l'avanzata delle truppe napoleoniche e che facevano parte di un sistema di difesa che collegava tra loro le ridotte dei Giovetti, di Maramassa e di S. Giovanni di Murialdo.
  Numerose sono invece le testimonianze di vita religiosa nel territorio di Massimino, che stanno ad indicare quanto profonda fosse la fede dei suoi abitanti, che vollero edificare in ogni frazione una propria chiesetta come fosse una perenne e imperitura preghiera innalzata al cielo. Nella borgata principale (S. Vincenzo), oltre alla Chiesa parrocchiale, edificata nel 1813 e intitolata a S. Donato, vi è la chiesetta di S. Vincenzo Ferreri, oratorio dei Disciplinati e costruita nel 1797. Nella frazione S. Pietro, vi è la chiesetta, intitolata a S. Antonio Abate, antichissima e di cui non si ricorda l'anno di costruzione. Si sa soltanto, che nel 1773 è stata restaurata. Purtroppo, oggi, noi uomini moderni non siamo più in grado di mettere mano alle necessario riparazioni, com'è stato fatto da quei "poveracci" nel 1773, e ben presto S. Antonio non sarà che un mucchio di calcinacci.
  La chiesa di S. Giuseppe è il fiore all'occhiello di Massimino. Grande, di bellissima fattura, edificata in data non precisata a fianco del castello quale primo Oratorio della Compagnia dei Disciplinati. Vi sono tré altari: quello dedicato a S. Giuseppe e i due laterali, dedicati rispettivamente a S. Rocco e a S. Massimo. L'abside, interamente affrescato, è ricoperto di calce, probabilmente per disinfestazione susseguente ad una epidemia pestilenziale. Parte di questi affreschi, ritornati visibili, portano una data alla loro base: 1543. Anche questa chiesa necessita di riparazioni al tetto e sarebbe auspicabile riportare alla luce, con adeguati restauri, l'intero corpo dei dipinti dell'abside, della qual cosa è già stata interessata la Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali della Regione. Ad un centinaio di metri da S. Giuseppe, inoltrandosi nei boschi, si trovano i ruderi dell'antica parrocchiale, sempre dedicata a S. Donato e che sulla carta topografica di Massimino del 1762 è riportata come parrocchiale S. Nicolo. Alla frazione Costa è stata eretta in data sconosciuta, ma di certo antichissima, la chiesetta dedicata a S. Giovanni Battista. Le quattro lunette sulle pareti laterali sono affrescate, due visibili e le altre ricoperte dalla solita calce. Anche la facciata esterna è affrescata, anche se a poco a poco, i dipinti murali stanno scomparendo sottoposti all'incuria del tempo. Alla frazione Muraglia sorge la cappella di S. Antonio da Padova, edificata nel 1744 dagli abitanti della frazione. Gli attuali abitanti della borgata hanno recuperato l'edifìcio che era ormai ridotto a rudere, rifacendone il tetto e apportando le riparazioni necessario, perché la chiesetta continuasse ad esistere per il bene loro e di tutta la Comunità.